Una “riforma” con lo sguardo rivolto al passato

Una riforma Il disegno di legge sulla Rai pubblicato in questi giorni dopo molte anticipazioni giornalistiche si muove sia tecnicamente che politicamente all’interno del disegno della legge Gasparri (2004) e del TU sulla radiotelevisione (2005), verso i quali si procede con la pura tecnica dell’emendamento.
E’ caratterizzato più da una visione retrospettiva che da un’idea di riforma. L’unico accenno ad una ridefinizione dei principi, non fosse altro che per adeguarli ai tempi che cambiano, è contenuto in una delega dai contenuti estremamente generici.
Il concetto di indipendenza che costituisce uno dei cardini dei servizi pubblici europei è del tutto assente ed infatti la governance è fondata su un accresciuto ruolo dei partiti e del Governo. Nessuna rappresentanza, neppure simbolica è attribuita al pluralismo sociale. Un singolare gioco delle parti si svolge tra partiti in Parlamento, Governo, Ministro dell’economia, ed assemblea (sempre nelle mani del Governo). La commissione parlamentare, ancora più indebolita, compare nel disegno come un inutile soprammobile.
Vediamo ora nel dettaglio i punti più critici che l’esame parlamentare dovrebbe cercare di correggere.

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