Rapporto agli elettori XV legislatura

Cari amici, Con questa lettera intendo riallacciare con voi i fili di quel dialogo che nel corso della passata legislatura avevo instaurato attraverso il periodico “Rapporto agli elettori”. Queste lettere vogliono essere, insieme agli altri materiali che trovate sul sito, una sorta di rendiconto periodico della mia attività parlamentare ed un'occasione per ricevere da parte vostra rilievi o sollecitazioni cui cercherò, nei limiti del possibile, di rispondere.
Molte cose sono successe da quando, nel febbraio dello scorso anno, mi congedavo da voi sottolineando ancora una volta quanti danni i cinque anni di governo di centro-destra avessero arrecato al nostro Paese e come l'Unione avesse la grande responsabilità di presentarsi come un'alternativa seria, solida e credibile per ottenere il consenso degli elettori.
Alle elezioni del 9 e 10 aprile dello scorso anno, questo consenso ci è stato dato. Il Governo Prodi ha cominciato a governare e tutti noi ci siamo decisamente rivolti al lavoro parlamentare.
E' inutile nascondere peraltro che la pessima riforma elettorale imposta a maggioranza dal centro-destra nel corso della passata legislatura ha determinato delle conseguenze concrete.
Sul piano individuale è indubbio che si attenuato fortemente il rapporto cittadino-eletto ed è più difficile per ciascuno di noi individuare, come prima, un perimetro concreto di rappresentanza sul territorio. La ripresa di questo rapporto, sia pure tardiva a causa dei preminenti impegni parlamentari, testimonia una volontà di reagire.
Sul piano più generale le vicende di questi giorni, la crisi al Senato sulla politica estera e la reazione che il Presidente del Consiglio e i partiti della maggioranza testimoniano che il problema della governabilità è diventato il nodo pregiudiziale.
Alla luce di queste vicende passano quasi in secondo piano i difficilissimi passaggi istituzionali delle prime settimane della legislatura. Hanno avuto comunque grande rilievo le elezioni dei Presidenti di Camera e Senato e soprattutto l'elezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica. Non possiamo neppure dimenticare la fortissima emozione che ci ha dato, nel mese di giugno, il risultato del referendum costituzionale. Sessant'anni dopo lo storico referendum istituzionale del 2 giugno 1946, il popolo italiano, con una partecipazione popolare che non si registrava da anni in Italia ad un appuntamento referendario, ha respinto lo sciagurato progetto di stravolgimento della seconda parte della nostra Costituzione voluto dal centro-destra (il rapporto agli elettori nella versione integrale può essere letto nella sezione "Collegio")!

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