Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Partito democratico con tre milioni di votanti

“Albo signanda lapillo” mi ha scritto stamane un anonimo amico con un sms. Bella immagine, tra tante. Dovremo ricordarci di questo 25 ottobre tra tanti pessimismi che c’erano intorno.Sono molto contento anch’io non solo perché ho sostenuto Bersani ma perché la giornata di ieri ai seggi mi conferma chè c’è una gran voglia di cambiare dando forza al PD e al nuovo gruppo dirigente. Gli elettori che sono stati quasi tre milioni  Il neosegretario ha rialsciato il suo primo commento, dicendo  che «Dentro la vittoria di tutti c’è anche la mia». Poco dopo ha aggiunto. «Gli iscritti e gli elettori non sono due razze diverse, io l’ho sempre detto. Farò il leader a modo mio, come uno che pensa che il Pd non può essere il partito di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del mio lavoro». Spiegando che il suo sarà un «partito dell’alternativa» e non solo di opposizione («perché stare in un angolo ad urlare non serve a niente») e che fin da subito cercherà di coinvolgere sia Franceschini sia Marino, Bersani ha detto di voler tornare allo spirito dell’Ulivo, al dialogo con il resto delle forze di opposizione e ha annunciato che il primo atto sarà quello di incontrare lunedì mattina un gruppo di artigiani a Prato, una delle aree del Paese che accusano fortemente la crisi economica. «Noi siamo orgogliosi di essere quelli che stanno costruendo un partito – ha poi aggiunto con un riferimento indiretto al Pdl- . Chi fa un partito realizza la costituzione repubblicana che parla di partiti e non di “popoli”. Questo mette l’Italia al pari delle altre democrazie mondiali che non hanno partiti con dei padroni». E ancora: «Spero che questo nostro esempio induca qualcuno a riflettere sull’assenza di trasparenza su altri soggetti politici. Noi siamo stati e siamo un libro aperto».

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