Passa la legge elettorale: almeno dieci ragioni per dire no

Dopo un accesa sessione parlamentare è stata approvata alla Camera dei deputati la legge elettorale che andrà a modificare radicalmente l'assetto dell'attuale sistema politico.

Ci sono almeno dieci ragioni per opporsi a questo gravissimo colpo di mano istituzionale:

1. Decisione unilaterale sulle regole del gioco: la legge elettorale che condiziona la Costituzione è stata approvata con una forzatura inaudita delle procedure parlamentari (art.72 Cost.) in poco più di 16 ore di tempo contingentato, senza una adeguata istruttoria, senza nessun confronto costruttivo con l'opposizione.
2. Limitazione delle prerogative del Presidente della Repubblica: la carica di Presidente del Consiglio è attribuita anticipatamente in virtù della indicazione del “capo” della coalizione, con conseguente pregiudizio per il potere di scelta che spetta al Capo dello Stato in base all'art.92 della Costituzione;
3. Violato il principio di uguaglianza: la pluralità di premi di maggioranza diversi da regione a regione fa “pesare” diversamente il voto di ciascun elettore, in contraddizione con l'art. 3 e con l'art. 48 della Costituzione;
3. Impossibilità di funzionamento delle Camere: la molteplicità di premi di maggioranza (ben 20 al Senato) e di soglie di sbarramento (sono 6 tra Camera e Senato) potrebbe sortire effetti casuali e contraddittori, e condurre alla formazione di maggioranze diverse tra le due assemblee e addirittura alla non rappresentanza di alcune Regioni.
5. Rischio di ingovernabilità: Così congegnata, la legge elettorale non assicura la tenuta della coalizione, che potrebbe essere composta da piccoli partiti uniti solo al fine di superare la soglia di sbarramento: clamorosa la disposizione che recupera il meglio piazzato al di sotto del 2 per cento;
6. Violata la parità uomo-donna. Di fronte a liste bloccate e decise dai partiti sarebbe stato giusto applicare gli articoli 3 e 51 della Costituzione sulle pari opportunità ed invece la maggioranza dopo aver presentato un emendamento in tal senso lo ha bocciato con il voto segreto. “La destra contro le donne in Parlamento”, hanno titolato i giornali.
7. Ignorata la volontà dell'elettore: dal Parlamento degli “eletti” a quelli dei “nominati” l'elettore non potrà più scegliere il candidato e il voto espresso per soggetti politici che non superano il meccanismo complesso delle tre soglie di sbarramento (per ogni Camera) non viene contato; il futuro parlamento sarà formato da membri individuati esclusivamente in virtù di decisioni dei partiti, non dalle scelte degli elettori;
8. Elezione anonima: l'elettore si troverà di fronte solo simboli di coalizioni e partiti, senza neanche la possibilità di visualizzare i nomi dei candidati in ogni lista, in contrasto con il principio di trasparenza;
9. Violazione del principio del libero mandato parlamentare: i candidati devono impegnarsi ad indicare il “capo” della coalizione alla quale intendono appartenere, sottoscrivendo un programma: ciò in contrasto con l'art.67 della Costituzione che prevede il divieto di mandato imperativo;
10. Minacciata la sovranità popolare: Questa legge in conclusione per come è strutturata offre più un premio di minoranza che di maggioranza e con il sistema delle liste anonime e bloccate compromette gravemente il principi democratico che è posto alla base della nostra Costituzione.

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