OPPOSIZIONE E SONDAGGI

Leggo sul Corriere della Sera di oggi che vi sarebbero dubbi tra alcuni esponenti del Partito Democratico (ex “margheriti”) sull'opportunità di condurre una dura opposizione contro il colpo di mano del Governo sull'emendamento relativo alle frequenze TV.
“Battaglia di retroguardia” dice qualcuno. “Non si può puntare tutto sulla TV” aggiunge qualcun altro. E commenta Europa: “i sondaggi e i sondaggisti ci dicono che questo tema interessa ad un'esigua minoranza degli italiani”.
Sono sbalordito. Ora i parlamentari devono decidere il loro comportamento parlamentare sulla base dei sondaggi. Non solo vengono “nominati” in base ad un'assurda legge elettorale, ma i loro comportamenti dovrebbero rispettare addirittura le prioritarie indicazioni di Mannheimer e di Piepoli. Ci manca solo che qualche bella mente venga a dirci che dobbiamo guardare l'oroscopo per scegliere i nostri comportamenti alla Camera e il circolo si chiude.
Per fortuna che Veltroni ha capito e spigato molto bene che un determinato atteggiamento sul modo di fare opposizione non risponde ad uno schema rigido e prestabilito e che l'atteggiamento parlamentare dipende dalla natura dei provvedimenti che il Governo adotta.
Quell'emedamento spuntato nella notte alla Camera e maldestramente modificato nelle ore successive è gravemente sbagliato nel metodo e nel contenuto e quindi va contrastato con durezza.
Martedì riprenderemo la nostra opposizione alla Camera e chi avesse un contrario avviso può alzarsi ed assumersi pubblicamente la responsabilità.
La politica si fa con le interviste, con gli editoriali, con i sondaggi, ma si fa soprattutto in Parlamento.

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