Magistratura e politica

Almeno due clamorose vicende giudiziarie si sono aggiunte all'agenda convulsa della campagna elettorale che ha iniziato il suo ultimo mese. Sul Lazio-gate nessun dubbio: si tratta di una vicenda terribilmente inquietante dai contorni torbidi che toccano intrecci pericolosissimi per l'equilibrio democratico. L'augurio di tutti è che la magistratura, le istituzioni e le imprese oggettivamente coinvolte facciano chiarezza con la maggior rapidità possibile.
Il rinvio a giudizio del Premier da parte della Procura di Milano per corruzione sulla base delle dichiarazioni dell'avvocato inglese David Mills, provocano invece dei distinguo da parte della politica. Il centrodestra rispolvera la solita litania della giustizia ad orologeria e via dicendo. Il centrosinistra pone giustamente l'accento sul fatto che Berlusconi va battuto principalmente sul piano politico.
Credo però che sia fondamentale tutelare in ogni passo l'autonomia della magistratura e non dimenticare mai un risvolto che ha un chiaro fondamento politico: la magistratura è costretta a procedere sollecitamente, prescindendo dai calendari della politica, proprio perché le nuove norme sulla prescrizione abbreviata, volute dal centrodestra, rischiano di far cadere in prescrizione importanti filoni di indagine.
Da quando è stata approvata la ex-Cirielli tutta la complessa indagine sui diritti televisivi Mediaset è stata sottoposta a un fortissimo rischio di prescrizione.
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