La legge elettorale: un colpo di mano istituzionale che sottrae ogni potere di scelta ai cittadini.

La legge elettorale: un colpo di mano istituzionale che sottrae ogni potere di scelta ai cittadini.

Tra violente polemiche e gravissimi dubbi di costituzionalità è iniziata oggi la votazione sul progetto di riforma elettorale, ulteriormente peggiorato dopo i recenti emendamenti presentati. La seduta si è aperta con due interventi di alto profilo, politico e morale, di Violante e di Franceschini, i quali hanno sottolineato l'unità del centro sinistra nella tutela del fondamentale principio democratico. La riforma elettorale è da considerare “un sopruso”(Violante), per il metodo, un colpo di mano istituzionale (Boato), per il suo contenuto, in quanto vìola numerosi articoli della Costituzione, dal principio di eguaglianza alla segretezza del voto, al divieto di mandato imperativo, alle prerogative del Capo dello stato, alle norme sul procedimento legislativo.
Nella materia elettorale due sono i valori di fondo su cui deve essere trovato un compromesso: la rappresentatività e la governabilità. In questa riforma, data l'assurdità di una pluralità di premi di maggioranza diversi e la variabilità delle soglie di sbarramento si restringe drasticamente il principio della uguale rappresentanza, si distorcono le volontà espresse dagli elettori nel momento del voto, senza alcuna giustificazione in funzione della governabilità.
Persistono, infatti, le gravi perplessità sull'elezione del Senato, per cui si prevedono ben venti premi di maggioranza differenti, con risultati del tutto casuali e contraddittori. Tale differenziazione non è assolutamente giustificata in quanto si dà peso diverso al voto dei cittadini, con una totale violazione dell'art. 48 Cost., in base al quale il voto deve essere “uguale”.
Il discorso è ancora più complicato dall'inserimento di una tale molteplicità di soglie di sbarramento da rendere il sistema ingestibile: si finisce infatti per ignorare completamente il voto di cittadini espresso per soggetti politici che comunque hanno raggiunto quote consistenti di voti, pari ad esempio al 19,9% e al 7,9%, ma inferiori alle soglie regionali previste del 20% per la coalizione e dell'8% per le liste non collegate.
Queste sono alcune delle considerazioni di principio che rendono del tutto improponibile questa cosiddetta riforma elettorale, ma il limite più grave è quello che si sintetizza nell'aggressione al principio democratico, nella sottrazione totale del potere di scelta dei candidati, nell'attribuzione indiscriminata della composizione del Parlamento ad una ristretta oligarchia di partito. Questo non è forse neppure il modo migliore di ridare forza e legittimazione ai partiti.
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Info sull'autore

Roberto Zaccaria administrator

Roberto Zaccaria, nato a Rimini il 22 dicembre del 1941. Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università di Firenze. E’ stato membro della Camera dei deputati nella XIV, XV e XVI legislatura. E’ stato Presidente della RAI dal 1998 al 2002, vice Presidente dell’UER (Unione delle televisioni pubbliche europee) dal 2000 al 2002. È giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei giornalisti e collabora con l’Unità.

1 commento finora

Rinaldo SidoliPubblicato il9:32 am - Ott 12, 2005

Mentre l'Europa si dipinge di democrazia con accordi importanti che dovrebbero essere dettami di una politica corretta, in Italia si gioca a fare politica di seconda categoria cambiando le regole pur di vincere una partita già persa a priori. Gli elettori sono maturi e vaccinati da ddl riforme e leggi varate da un centro destra che ha fatto ammalare la democrazia e l'economia italiana. Adesso c'è il caro Silvio che fà delle riformette con il cerotto pur di riparare le falle di un economia in decadimento, lui nella sua vita non ha mai perso ha ottenuto quanto desiderava, ma sempre con metodi corretti? Qui si parla di democrazia e rispetto delle leggi, chi dovrebbero essere i garanti dell'imparzialità tacciano per convenienza, caro Casini, in democrazia il più forte governa e il garante dovrebbe essere super partes, questo esisteva in un demcrazia di stampo vecchio, ora ci troviamo con politici bercioni e beoti che pur di incollarsi alle loro care poltrone sono schiavi del Cavaliere svendendo il nostro Bel Paese sputando sul tricolore con delle riforme che hanno solo rovinato la nostra immagine all'estero.

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