CONFLITTO DI INTERESSI: questioni rilevanti per la introduzione di una disciplina (A.Pertici)

Indice problemi La materia richiede una azione di regolazione dei confini rispetto a ineleggibilità/incandidabilità (ipotesi, momento dell’accertamento, soggetto competente: anche in rel. a art. 66 Cost.); sistema telecomunicazioni (concentrazioni; influenza sulla formazione del consenso elettorale).
1. I SOGGETTI DESTINATARI
Si tratta di delimitare l’ambito dei destinatari, anche avuto riguardo alla legislazione vigente.
Soltanto membri dell’esecutivo o anche parlamentari? Componenti delle autorità di garanzia? Presidente della Repubblica?
Soltanto il livello statale o anche locale e regionale (per quest’ultimo in relazione alle incompatibilità vi è limite art. 122 Cost.)?
2. LA DEFINIZIONE
Conflitto tra interessi privati (di cui si ha titolarità o rappresentanza) e interessi pubblici di cui si ha rappresentanza in ragione della funzione ricoperta.
– Interessi privati solo economici? (parrebbe preferibile al fine di poterli individuare);
– Soglie di rilevanza? Settori strategici? (preferibile di no, ma v. anche n. 3);
– Rilevanza interessi dei “not so others” (coniuge, figli, ecc.).
3. GLI STRUMENTI DI PREVENZIONE
Dichiarazione degli interessi (al momento dell’assunzione della carica e poi annualmente… “politometro”), oltre a:
a) Per conflitti da rappresentanza di interessi privati:
– Astensione (quando il conflitto sia destinato ad emergere sporadicamente);
– Incompatibilità.
b) Per conflitti da titolarità di interessi privati:
– Astensione (quando il conflitto sia destinato ad emergere sporadicamente);
– Alienazione o blind trust (quest’ultimo prevede il conferimento dei beni ad un trustee che opera la trasformazione degli stessi procedendo al disinvestimento e reinvestimento senza renderne edotto il titolare, con precisi obblighi di estraneità e segretezza: il titolare della carica pubblica non conosce più il suo patrimonio ma solo il suo ammontare ed il suo rendimento). Sul blind trust c’è molta confusione proprio perché non si pone abbastanza l’accento sulla sua “cecità”.
Gli strumenti sub a) e b) devono essere modulati in relazione alla situazione concreta con l’intervento dell’Autorità incaricata della vigilanza in merito (c.d. “incompatibilità concreta e controllata”).
4. LE SANZIONI
In caso di violazione degli obblighi e degli strumenti di cui sopra devono essere previste sanzioni efficaci (al contrario di quelle previste nella legge vigente) tendenzialmente volte a colpire l’uomo pubblico più che l’azienda che se ne è avvantaggiata (al contrario di quanto previsto dalla legge vigente).
5. I CONTROLLI – AUTORITA’
Previsione di un’autorità terza, in grado di “guidare” la scelta degli strumenti di prevenzione e di vigilarne l’applicazione, sanzionando eventuali violazioni.
E’ il caso di mantenere il compito all’Antitrust o meglio Autorità ad hoc (forse preferibile)? In questo secondo caso, attenzione ai “costi della politica” ma è comunque possibile “limando” da altro… Se viene mantenuta Antitrust sviluppare specializzazione, oltre a potenziare il ruolo.

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