Sulla legge Gasparri deciderà l'Europa.

In attesa di andare davanti alla Corte costituzionale, sulla Gasparri deciderà la Corte di Giustizia europea.
In questi giorni infatti la VI Commissione del Consiglio di Stato ha deciso di rimettere alla Corte di giustizia delle Comunità europee la decisione sulla mancata assegnazione delle frequenze ad Europa 7, non ancora avvenuta attraverso i successivi rinvii che finora hanno “salvato” Rete 4 dal trasferimento sul satellite.
Nell'ordinanza di rimessione, pubblicata lo scorso 21 luglio, il massimo organo di giustizia amministrativa ricostruisce nel dettaglio sia l'evoluzione del sistema televisivo italiano (con i successivi interventi legislativi e le pronunce della Corte Costituzionale), sia le norme comunitarie che garantiscono il pluralismo nel campo dei media e conclude rimettendo alla Corte di giustizia di Lussemburgo la decisione sulla compatibilità della disciplina italiana con i trattati istitutivi delle Comunità europee.
In particolare, si richiede (4.14 punto10) di vagliare la compatibilità con i trattati del Sistema Integrato delle Comunicazioni (c.d. SIC) e dell'adeguatezza del tetto di concentrazione fissato al 20 % del SIC, anche in relazione alla differente (e più restrittiva) concezione di “mercato rilevante” che viene impiegata nel diritto antitrust.
Non resta che affidarsi al rigore del giudice comunitario per uno stop (definitivo?) al continuo rinvio dell'attuazione delle sentenze della Corte costituzionale che, a garanzia del pluralismo, hanno prospettato il riassetto del sistema televisivo, cercando di superare il duopolio “anomalo” attuale.
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