Riforma Costituzionale: cinque ragioni per dire no in Parlamento e al Referendum

Il voto contrario di tutta l'Unione alla riforma costituzionale voluta dalla Lega e subita dalla Casa della libertà è anche un grande si per la difesa della nostra Costituzione: una Costituzione fatta di valori comuni ancora attuale e bisognosa di attuazione e di consolidamento (art.3, secondo comma).
Il voto contario dell'Unione è un voto per la difesa dello Stato sociale che in questi anni è stato sistematicamente demolito nei suoi cardini contenuti nella prima parte della Costituzione: lavoro (art.4), informazione (art.21), giustizia (art.24 e 25), sanità (art.32), scuola e cultura (artt.33 e 34).
Il voto contrario dell'Unione è un voto per la tutela della forma di governo parlamentare fondato sull'equilibrio e sui contrappesi costituzionali tra Parlamento, Governo, Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica.
Il voto contrario dell'unione alla “devolution” è un voto per la difesa dell'unità del paese e per la costruzione di uno stato federale, solidale e ispirato ad una logica redistributiva tra Nord e Sud.
La riforma costituzionale approvata dal centrodestra è una riforma incostituzionale perché la procedura di modifica prevista dai costituenti (art.138 Cost.) non consente una modifica così ampia ed eterogenea. Quando il popolo sarà chiamato al voto per il referendum confermativo non potrà che rispondere che vuole salvare la nostra Costituzione.
Per tutti noi in ogni caso resterà forte un insegnamento e un impegno: nella prossima legislatura non toccheremo la Costituzione, se non per renderne più forti le sue garanzie.
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