Par condicio: dal Pdl norme improponibili

Par condicio: dal Pdl norme improponibili

E’ stata presentata alla Camera una proposta di legge del Pdl, a firma Ignazio Abrami, di riforma della par condicio. E’ improponibile pensare ad una revisione della par condicio senza che esista una normativa seria sul conflitto di interessi, incisiva sulle concentrazioni e sull’effettivita’ dei limiti di spesa nelle campagne elettorali. Per di piu’ gli spazi assegnati alla par condicio sono solo una piccola parte di quelli dedicati all’informazione politica e nei principali contenitori di informazione politica non si adotta assolutamente un criterio paritario tra le forze, ma, tutt’al piu’ tra le due coalizione di centro destra e di centro sinistra. In ogni caso il premier conserva un spazio abnorme. Quindi, pensare di adottare un meccanismo proporzionale anche negli spazi cosi’ ridotti della par condicio e’ iniquo, e soprattutto consentire gli spot a pagamento significa avvantaggiare le forze politiche che hanno piu’ fondi. E sappiamo tutti a chi ci riferiamo.

Info sull'autore

Roberto Zaccaria administrator

Roberto Zaccaria, nato a Rimini il 22 dicembre del 1941. Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università di Firenze. E’ stato membro della Camera dei deputati nella XIV, XV e XVI legislatura. E’ stato Presidente della RAI dal 1998 al 2002, vice Presidente dell’UER (Unione delle televisioni pubbliche europee) dal 2000 al 2002. È giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei giornalisti e collabora con l’Unità.

1 commento finora

Franco Del CampoPubblicato il11:41 am - Nov 6, 2009

Qual è l’efficacia della “par condicio”, nata come surrogato della legge sul conflitto d’interesse e che ora si vuol demolire? Per saperlo bisogna immergersi nell’enorme numero di dati raccolti dall’istituto di ricerca ISIM, (per esempio: 3 aprile – 15 aprile 2009) per conto dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), che fa un accurato monitoraggio per misurare l’equilibrio con cui le testate giornalistiche del servizio pubblico Rai e di Mediaset raccontano la politica italiana in periodo elettorale.
Nei telegiornali Rai il “tempo di antenna”, cioè il tempo complessivo dedicato ai soggetti politici ed istituzionali in tutte le edizioni nazionali, premia le forze di maggioranza e di Governo con il 62,52% delle presenze (il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi raccoglie il 29,57%), mentre le opposizioni parlamentari si fermano al 15,68% con il Pd, al 4,36% per l’Unione di Centro e all’1,94% per l’Italia dei Valori (totale: 21,98%).
Su Mediaset le forze di maggioranza e di Governo raccolgono il 79,05% del totale dei tempi dedicati alla politica e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che raccoglie da solo il 51,61% degli spazi dedicati alla politica.
Il risultato rassomiglia in modo interessante e/o inquietante alla percentuale di consensi che il presidente Berlusconi ritiene di avere tra gli italiani.
Adesso si vuole “riformare”, se non abolire la “par condicio”, dando prima delle elezioni alle varie forze politiche uno spazio proporzionale ai voti raccolti nelle elezioni precedenti. Dal punto di vista logico è una follia: sarebbe come se nelle gare chi ha vinto la gara precedente partisse in vantaggio sugli altri, invece di ripartire tutti dalla stessa linea. Nello sport e nella vita e in un paese normale sarebbe un’aberrazione, ma nella nostra politica televisiva ormai ci siamo quasi abituati/rassegnati, salvo ricordare che si vuole abolire o deformare una legge che non è particolarmente feroce e chiede ai giornalisti televisivi di rispettare solo alcuni principi piuttosto banali, come “l’obiettività, la completezza e l’imparzialità dell’informazione”. Se fossimo un paese normale…

Franco Del Campo

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