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Una “riforma” con lo sguardo rivolto al passato

Una riforma Il disegno di legge sulla Rai pubblicato in questi giorni dopo molte anticipazioni giornalistiche si muove sia tecnicamente che politicamente all’interno del disegno della legge Gasparri (2004) e del TU sulla radiotelevisione (2005), verso i quali si procede con la pura tecnica dell’emendamento.
E’ caratterizzato più da una visione retrospettiva che da un’idea di riforma. L’unico accenno ad una ridefinizione dei principi, non fosse altro che per adeguarli ai tempi che cambiano, è contenuto in una delega dai contenuti estremamente generici.
Il concetto di indipendenza che costituisce uno dei cardini dei servizi pubblici europei è del tutto assente ed infatti la governance è fondata su un accresciuto ruolo dei partiti e del Governo. Nessuna rappresentanza, neppure simbolica è attribuita al pluralismo sociale. Un singolare gioco delle parti si svolge tra partiti in Parlamento, Governo, Ministro dell’economia, ed assemblea (sempre nelle mani del Governo). La commissione parlamentare, ancora più indebolita, compare nel disegno come un inutile soprammobile.
Vediamo ora nel dettaglio i punti più critici che l’esame parlamentare dovrebbe cercare di correggere.

Dall’accoglienza all’integrazione

Stamattina (16 marzo, ore 11) a Latina, all’Istituto Vittorio Veneto Salvemini ho partecipato alla tavola rotonda organizzata con il nostro patrocinio e con quello dei Comuni di Latina, Aprilia, Maenza, Monte San Biagio, Roccagorga, Sezze sul tema “Dall’accoglienza all’integrazione”
Hanno portato il saluto oltre ai sindaci patrocinanti e ai dirigenti scolastici, il prefetto di Latina, Pierluigi Foloni, l’on.Maria Teresa Amici, sottosegretario ai rapporti con il Parlamento e alle riforme. Hanno presentato relazioni l’on. Silvia Costa , presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo e Rita Visini, assessore alle politiche sociali della Regione Lazio. Monica Guerritore ha presentato il cortometraggio su Samia ed ha portato la sua testimonianza così come Marie Therese Mukamitsindo della Cooperativa sociale Karibù di Sezze. Ha coordinato la riunione Luigi Mantuano ed io ho concluso la mattinata.
Da parte mia ho presentato i tre cortometraggi vincitori dell’edizione 2014 ed ho anticipato le linee del concorso Fammi vedere del 2015. Ho raccolto la disponibilità dell’on. Silvia Costa a far parte della giuria.
Rispondendo ad una delle numerose domande degli studenti ho ribadito la necessità di superare il sistema di Dublino che costituisce un ostacolo ad una gestione del sistema di asilo in chiave pienamente europea. Ho rivolto anche un invito alle istituzioni ed in particolare a Parlamento e al Governo di affrontare in maniera compiuta una legislazione adeguata ai tempi in materia di immigrazione, di cittadinanza e di libertà religiosa. Senza questi interventi anche l’attuazione delle direttive europee ed il testo unico in materia di asilo rischia di essere insufficien

I “paletti” per una riforma della Rai che aspettiamo dal 2004

Negli anni passati, a partire dall’infausta controriforma del Ministro Gasparri del 2004 (Legge n.112 di quell’anno poi transitata nel TU della radiotelevisione -31 luglio 2005 n.177), abbiamo presentato, con Articolo21, numerose proposte di legge in Parlamento e fuori del Parlamento sulla “questione Rai”. Abbiamo affrontato tutti i temi nevralgici dell’assetto della televisione pubblica: la missione,la governance, il finanziamento, l’antitrust e il conflitto d’interessi. L’unico grande progetto di partecipazione dei giovani e delle scuole per identificare la nuova missione della Rai è stato realizzato proprio da Articolo21.
Tutte queste proposte sono state fatte per riportare l’Italia in Europa ed evitare le procedure d’infrazione che si prospettavano minacciose.
Oggi, nel momento in cui il Governo ha annunciato di voler intervenire, abbiamo solo posto una condizione preliminare e cioè che non si scelga la strada del decreto legge. Non ci sono le condizioni costituzionali di necessità e di urgenza e la materia non lo consente. Il precedente più importante di decreto legge in materia radiotelevisiva risale al 1984 (d.l. 6 dicembre 1984 n.807), ai tempi di Craxi e in favore dell’imprenditore Berlusconi. Non sembra proprio il caso di riprendere quella strada.
Non ci pare neppure il caso, in questo momento, con il Governo che ha annunciato una sua prossima iniziativa, di presentare una nuova proposta di legge, tra le tante che si affastellano sui tavoli del legislatore. Le nostre proposte, per chi volesse consultarle, sono facilmente rintracciabili sul nostro sito.
Quella che sembra necessaria oggi è una sintetica griglia di principi capaci di realizzare una lettura “critica” dei testi che presto verranno proposti.
1.Diciamo innanzitutto che non basta dichiarare che la riforma della Rai deve mettere i partiti fuori dalla televisione pubblica. Questo va bene. L’abbiamo detto con tanti altri fino alla noia. Vorremmo aggiungere che dalla televisione pubblica devono essere tenuti fuori, sia i partiti che il Governo. Se uscissero i primi e restasse il secondo sarebbe una iattura e non si rispetterebbe il principio enunciato dalla Corte costituzionale fin dalla sentenza n.225 del 1974. “Che gli organi direttivi dell’ente gestore (si tratti di ente pubblico o di concessionario privato purché appartenente alla mano pubblica) non siano costituiti in modo da rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante, del potere esecutivo e che la loro struttura sia tale da garantirne l’obiettività”.
Non c’è un solo modo per realizzare questa condizione, ma ne esistono diversi.
2.La proprietà delle azioni deve transitare dal Governo ad un altro soggetto. I poteri della proprietà sono inevitabilmente invasivi. Una fondazione va bene ma l’importante è che il suo vertice sia capace di rappresentare, al meglio, la complessità e il pluralismo (sociale,culturale,ideativo, produttivo, tecnico) della nostra società. Da quella fonte vengono scelti gli amministratori della società.
3.Il passaggio decisivo è rappresentato dai requisiti (elevati) per accedere sia al Consiglio della Fondazione che al Consiglio della Rai. L’indipendenza si gioca su quei requisiti e sulla trasparenza delle scelte. E’ indispensabile un confronto pubblico delle candidature ed una scelta garantita al massimo livello. Credo che per offrire questa garanzia debbano impegnarsi sia la Presidenza della Repubblica che le Presidenze delle Camere, così come avvenne nel 1993. E si ricordi sempre che tutti questi soggetti hanno il dovere istituzionale di garantire le minorante, ma non con il manuale Cencelli.
4.Non è essenziale che resti la Commissione parlamentare Rai. Il Parlamento può esercitare in prima persona e in maniera più autorevole le competenze di indirizzo, valendosi in fase preparatoria delle sue commissioni. Le Autority possono esercitare funzioni regolamentari ma non di nomina. Non tutte hanno una consolidata tradizione di indipendenza.
5.Due soli paletti ancora. Il conflitto d’interessi, prima di tutti. Se ci fossero dei dubbi la vicenda di Raiway insegna moltissime cose. Fu Gasparri e il Governo Berlusconi a bloccare nel 2001 la vantaggiosissima vendita agli americani di Crown Castle del 49 per cento delle azioni ed è Mediaset oggi a tentare una sorta di scalata della società. E’ indispensabile che nella legge vi siano precise incompatibilità che rendano impossibile attribuire posizioni di responsabilità nella televisione pubblica a chi versi in condizioni di potenziale conflitto con i suoi interessi.
6.Il finanziamento infine. Il punto è tra i più delicati. Lo è ancora di più dopo la discutibilissima sottrazione alla Rai dei 150 milioni nel corso del 2014. E’ vero che c’è un’evasione intollerabile del canone. Bisogna trovare gli strumenti per superarla. Si può cercare un aggancio diverso, come si è fatto in Francia o in Germania, all’abitazione o alla bolletta elettrica. La scelta più pericolosa resta quello di finanziare la televisione pubblica con i criteri della fiscalità generale. Il Governo si troverebbe ad avere in quel caso l’ultima parola ed allora passeremmo dalla padella alla brace.
Una televisione pubblica finanziata direttamente dal Governo getterebbe alle ortiche ogni speranza di seria indipendenza.

Concorso di cortometraggi Fammi vedere

“Fammi vedere” – Il CIR (Consiglio italiano per i rifugiati) promuove per il 2015 la seconda edizione del concorso di cortometraggi sul diritto d’asilo

Roma. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) promuove per il 2015 la seconda edizione del concorso per cortometraggi brevi della durata massima di due minuti che scadrà il 20 ottobre. Il bando sarà pubblicato in aprile sul sito del CIR (www.cir-onlus.org) e sarà rivolto a tutti coloro che intendono raccontare, con il linguaggio cinematografico e il proprio originale punto di vista, il mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati. La scadenza sarà a metà di settembre 2015. E’ particolarmente auspicata la partecipazione dei giovani e delle scuole di cinema.

Mattarella: spero che la convergenza sia la più ampia possibile

La candatura di Sergio Mattarella è stata una grande scelta. Mancano poche ore al risultato e mi auguro che sul suo nome convergano i consensi del Parlamento, nella misura più ampia possibile. Si tratta di una grande personalità con le caratteristiche ideali per essere presidente. Una competenza fondamentale di costituzionalista. Un percorso politico di grande significato, sia al Governo che in Parlamento. Da ultimo una significativa presenza alla Corte costituzionale. Un carattere schivo, riservato, ma molto fermo. Una persona in prima linea nella lotta alla mafia. Una persona provata da durissimi vicende famigliari. Chi meglio di lui sarà in grado di rivestire il ruolo di Presidente. Credo che pochi come lui conoscano le regole per esercitare correttamente questa funzione. Credo che non sia giusto chiedergli altro impegno se non quello di interpretare il suo ruolo ad alto livello. Si illude chi pensa che possa da subito esercitare un ruolo dirompente sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale, che pure avrebbero bisogno del suo attento controllo; ma credo, anzi, sono sicuro che non farà mancare i suoi suggerimenti discreti, ma estremamente autorevoli, a chi di dovere.
E infine devo confessare che mi piace molto anche perchè è interista.

Dopo Parigi. Cacciari:politica di accoglienza o avremo conflitto in Europa

Cacciari Intervista Cacciari: Mancano leader politici all’altezza. Errore madornale additare l’Islam come nemico. I fatti di Parigi dovrebbero imporre a tutti noi di ragionare alla grande. Ma in questo momento sono in pochi a ragionare, soprattutto in Italia. Il livello del dibattito è deprimente….Fino a quando la nostra democrazia non dimostrerà di essere accogliente e continuerà con le disuguaglianze, questo tipo di terrorismo troverà sempre terreno favorevole.

Mos Maiorum: l’arma per abolire Mare Nostrum

Ai superstiti dei tanti naufragi degli ultimi tempi nel Mediterraneo mancava proprio questo: di essere presi di mira adesso dal “costume degli antenati”, ovvero dall’operazione Mos Maiorum. Non solo non possono arrivare in un modo normale e sicuro in Europa, non solo devono pagare trafficanti e rischiare la vita per richiedere asilo in questo continente, non solo una volta e finalmente arrivati sulle coste di in uno dei paesi della sponda nord del Mediterraneo non possono raggiungere in modo regolare il paese di destinazione, dove una rete familiare e di sostegno li aspetta, no, adesso devono anche nascondersi per fuggire dall’apparato poliziesco che oggi, 13 ottobre, si è messo a caccia di loro.
Vediamo gli obiettivi dell’operazione Mos Maiorum come vengono elencati nel documento del Consiglio dell’Unione Europea del 10 luglio 2014 quando, da appena pochi giorni, era iniziata la Presidenza italiana dello stesso Consiglio.
Primo obiettivo è “fermare migranti irregolari e raccogliere informazioni rilevanti a scopo di intelligence e investigazione” – come fanno i 18mila poliziotti degli Stati Membri coinvolti nell’operazione a distinguere tra profughi, richiedenti asilo e migranti irregolari? Non sanno quelli che hanno ideato questa manovra che ormai da 18 mesi la stragrande maggioranza di quelli che, forzatamente, arrivano in modo irregolare nell’Unione Europea sono rifugiati e non migranti?
Secondo obiettivo: “ identificare, perseguire e fermare gruppi della criminalità organizzata” – non sanno quelli che hanno redatto questo testo che i gruppi di trafficanti di persone vengono guidati da centrali operative in Nord Africa e nel Medio oriente, ovvero in paesi chiaramente fuori dalla zona operativa di Mos Maiorum?
Un altro obiettivo è quello di “raccogliere e analizzare informazioni sui cosiddetti movimenti migratori”. Invece di creare meccanismi utili ad evitare che i richiedenti asilo o i rifugiati debbano far ricorso a questi “movimenti secondari”, naturalmente irregolari, l’operazione si concentra sui network di quelli che lucrano sulla disperata ricerca dei rifugiati di arrivare a destinazione e che esistono solo per l’assenza del diritto alla libera circolazione dei rifugiati in Europa.
L’operazione, pianificata alcuni mesi fa, non a caso inizia pochi giorni dopo le commemorazioni del 3 ottobre a Lampedusa. “Purtroppo, non resta che una chiave di lettura: una parte della politica europea, quella che comanda gli apparati di sicurezza, intende dare un segnale molto preciso di contrasto alle dichiarazioni fatte 10 giorni fa a Lampedusa anche dal Presidente del Parlamento Europeo, Martin Shultz e dalla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini sulla necessità di aprire canali umanitari di accesso dei rifugiati in Europa, di promuovere una maggiore solidarietà tra gli Stati Membri e di continuare l’opera di salvataggio in mare nell’ambito di o analogamente a Mare Nostrum”, dichiara Christopher Hein, Direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR). “Quindi, sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo, si sta giocando una lotta politica sui futuri orientamenti dell’Unione e dei singoli Stati Membri rispetto a temi chiave quali la protezione internazionale, il diritto d’asilo e il rispetto dei diritti umani. Vogliamo, come CIR, ricordare che la protezione e l’accoglienza dei perseguitati ha da sempre fatto parte del costume degli antenati nonché della cultura costituzionale italiana”, conclude Christopher Hein.

Cinema fino al 20 ottobre il concorso di cortometraggi sul diritto d’asilo: “Fammi vedere”

ROMA – E’ stato prorogato fino al 20 ottobre per favorire la partecipazione delle scuole di cinema il concorso Fammi Vedere dedicato ai cortometraggi sul diritto d’asilo promosso dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), per permettere la partecipazione anche delle scuole di cinema, che hanno appena riaperto l’anno accademico. Il bando è rivolto a tutti coloro che intendono raccontare con il linguaggio cinematografico e il proprio originale punto di vista il mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Il Presidente del CIR, Roberto Zaccaria, ha presentato ieri Fammi vedere a Torino, alla 66° edizione del Prix Italia 2014, il Concorso internazionale della RAI per la radio, la televisione e il web, in programmazione nbel capoluogo piemontese e poi il 28 settembre alla terza edizione del Trevignano filmfest. La giuria. L’iniziativa è sostenuta da personalità del mondo della cultura che formeranno la giuria e potranno presentare, fuori concorso, delle proprie opere sul tema del diritto d’asilo nelle forme più diverse (foto, scritto, breve sceneggiatura, cortometraggio girato in qualsiasi forma e altro). Tra queste personalità, hanno già dato la propria disponibilità: Claudio Amendola, Rachid Benhadj, Giuseppe Catozzella, Elda Ferri, Roberto Faenza, Monica Guerritore, Francesca Neri, Wilma Labate, Gabriele Lavia, Mimma Nocelli, Carlo Puca Andrea Purgatori, Ivan Silvestrini, Walter Veltroni. Della giuria faranno parte anche Roberto Zaccaria e Christopher Hein (rispettivamente Presidente e Direttore del CIR). Della giuria verranno chiamati a far parte anche esponenti del mondo dei rifugiati, dei media e del mondo scolastico. I premi in palio. I tre corti vincitori del concorso otterranno rispettivamente un premio di 1.000/500/300 euro. La premiazione avrà luogo in una serata dell’ultima settimana di Novembre a Roma. Il CIR si riserva di adottare i cortometraggi realizzati nell’ambito del concorso per le proprie campagne di comunicazione sociale e di raccolta fondi.

Un video significativo per ricavare alcune parole della missione della RAI

ELEMENTI PER DEFINIRE LA MISSIONE RAI Questo video estratto da uno dei 16 seminari organizzati a viale Mazzini tra il 2001 e 1l 2002 è stato preparato per partecipare ad un incontro promosso dai dirigenti RAI “100 parole 100 mestieri”. Il video che ritrae alcune scene della tavola rotonda dedicata all’informazione contiene alcune considerazioni del grande Enzo Biagi ed un confronto assai significativo tra Michele Santoro e Bruno Vespa sul modo di concepire l’informazione. A me pare significativo. I titoletti che ho aggiunto rappresentano alcune delle mie parole chiave per definire la missione della RAI:

Avvio Campagna Raccolta Fondi Consiglio italiano per i rifugiati sms al 45592

Cari Soci,Abbiamo il piacere di annunciare che dal 1 al 20 luglio il CIR lancia la sua prima Campagna di Raccolta Fondi, tramite numero solidale 45592 per sostenere l’impegno al fianco di richiedenti asilo e rifugiati da 24 anni.

La Campagna “Vero Rifugio” mira anche alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema del diritto di asilo e sulle enormi difficoltà, per una persona in cerca di protezione, di arrivare in Italia e in Europa senza rischiare la propria vita. Implicitamente, vuole anche essere una dichiarazione di sostegno all’operazione Mare Nostrum e una raccomandazione a non interromperla.

In questi 24 anni di attività, come sapete, abbiamo assistito oltre 100.000 rifugiati, riabilitato 4 mila vittime di tortura e lottato perché i loro diritti fossero riconosciuti.

Confidiamo nel vostro sostegno per la diffusione della Campagna attraverso tutti o alcuni dei seguenti canali:

– invio sms alla vostra rete di contatti (chiedere al CIR il messaggio da inviare)
– invio mail a colleghi e alle vostre reti (testo in allegato)
– pubblicazione spot video su sito, social e canali di comunicazione (link: https://www.youtube.com/watch?v=TBC9kar_ams&list=PL035332F735C9AF7D e inoltre https://www.youtube.com/watch?v=yu3yL8MtHn0&feature=share&list=UUoB3omTga8nVNd0Ww1GAa5g)
– diffusione spot audio (da richiedere al CIR nei prossimi giorni)

Per ulteriori informazioni vi preghiamo di mettervi in contatto con l’ufficio stampa del CIR: Yasmine Mittendorff: mittendorff@cir-onlus.org; 06 69200114 int. 230; cirstampa@cir-onlus.org 06 69200114 int. 216