INTERCETTAZIONI: ZACCARIA (PD), PER STAMPA QUADRO DRAMMATICO

INTERCETTAZIONI: ZACCARIA (PD), PER STAMPA QUADRO DRAMMATICO

(ANSA) – ROMA, 10 GIU – E’ un ‘quadro drammatico’ quello che si prefigurerebbe per la stampa se il ddl in materia di intercettazioni venisse approvato. Lo ha detto Roberto Zaccaria, vicepresidente Pd in commissione Affari Costituzionali, a margine del convegno ‘Facebook per l’Abruzzo’ che si e’ svolto in mattinata a Roma.
‘Non si puo’ impedire ai giornalisti di parlare dei processi e dei loro risultati. Quando cessa il segreto investigativo il giornalista deve poter raccontare, perche’ il processo si fa in nome del popolo’, ha affermato l’ex presidente della Rai.
Zaccaria si e’ detto in disaccordo anche sulla fiducia posta dal governo sul ddl. ‘Sono duramente contrario al fatto che si chieda la fiducia su leggi che disciplinano la liberta’ dei cittadini’, ha dichiarato. ‘Nelle intercettazioni ci sono snodi costituzionali molto importanti: oltre al problema della liberta’ d’informazione, c’e’ il problema della privacy e quello della giustizia, quindi della possibilita’ consentire ai giudici di usare le intercettazioni come strumento di ricerca di reati e colpevoli’.(ANSA).

Info sull'autore

Roberto Zaccaria administrator

Roberto Zaccaria, nato a Rimini il 22 dicembre del 1941. Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università di Firenze. E’ stato membro della Camera dei deputati nella XIV, XV e XVI legislatura. E’ stato Presidente della RAI dal 1998 al 2002, vice Presidente dell’UER (Unione delle televisioni pubbliche europee) dal 2000 al 2002. È giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei giornalisti e collabora con l’Unità.

1 commento finora

AddusoPubblicato il11:07 am - Giu 12, 2009

Per come la vedo io dal mio relativo quanto modestissimo pensiero.

A volte bisogna però pure chiedersi come mai si è arrivati a questo punto ?

E’ solo colpa degli altri ?

E’ solo colpa di noi popolo italiota che ormai siamo come inebetiti?

Ma se con un po’ di umiltà, che sembra essere sparita negli ultimi anni dalla nostra generale cultura, immaginassimo che forse c’è qualcosa di sbagliato anche nelle nostre personali o collettive azioni ?

Più nello specifico, ma non è che l’opposizione non si sa fare capire oppure non sa comunicare o ancora quando rappresenta al popolo italiano che le scelte di questo centro destra si riveleranno un boomerang, come già si nota in altri campi, vedi sanità, scuola, lavoro, economia, ecc., ha preso la singolare usanza (peraltro sintomatica di una possibile insicurezza), di mettere sempre avanti ai carri i magistrati, gli economisti, le istituzioni, la costituzione, e praticamente mai la gente comune.

La gente comune, anche se relativamente informata, istruita, ecc., percepisce che nello Stato, i magistrati, gli alti istituzionali, gli economisti, la stessa costituzione fatta da uomini (Sicilia, luglio 1943, “… questo essere vostro padrone”), insomma i blasonati intelletti prepagati o anche pagati per l’occasione, non sono e non possono essere naturalmente e pure per incompatibilità con la nostra religione cattolica, gli inviati o le tavole di dio, come invece palesemente insiste (per opportunismo o anche forse per essere un possibile “avamposto”) ad esempio in generale il centro sinistra e soprattutto una parte di esso (idv).

Quindi, sempre a mio modesto avviso, in questo specifico caso della castrazione delle intercettazioni, il centro sinistra doveva scendere in strada (si sa da mesi che le avrebbero frenato)e chiamare il popolo per spiegare alla gente comune che questa vicenda delle intercettazioni si ritorcerà contro i cittadini, e a vantaggio delle “caste”, della mafiosità, della criminalità, ecc., esponendo il tutto in maniera semplice.

Ad esempio, io credo di averla compresa (e poi riportata nel mio post su cuntrablog) dopo avere ascoltato in una tv locale le semplici quanto chiare parole di un noto magistrato reggino in prima fila contro la ndrangheta (lo “stile” di questo magistrato mi pare, per quello che posso avere appreso nel mio piccolo, alla “Falcone”, seppure poi in circa 20 anni di esperienza in trincea, questo “stile” non l’ho quasi mai riscontrato in altre istituzioni).

Insomma l’opposizione e soprattutto il centro sinistra, doveva e deve rivolgersi al popolo con la semplicità e chiarezza di quei genitori coscienziosi e maturi che parlano con serenità ai propri figli, senza invece, come sempre e come al solito, anteporre e sfoggiare la pomposità timorosa delle istituzioni come fossero dei totem da adorare e servire senza se e senza ma, perchè poi la gente comune e soprattutto i giovani (che non a caso poi votano pure paradossalmente altro) hanno anche e notoriamente imparato (a cominciare dagli anni di scuola) che per naturale necessità di sopravvivenza, davanti a lamafiadellostato bisogna assecondare e annuire, ma poi, ad esempio nelle urne, si può pure reagire, combinando però a mio mero avviso, dei paradossi.

Il centro sinistra, farebbe bene a considerare che la “ombra” collettiva dei despota, che al tempo del fascismo rappresentavano nella quotidianità locale le Istituzioni, si è palpabilmente rinnovata nei meandri mentali della gente, e tanto è vero questo, che nel centro destra, guarda caso, evitano visibilmente da alcuni anni (quanto meno formalmente, perché probabilmente hanno i professionisti del cervello che gli danno queste indicazioni) di materializzarla.

Il centro sinistra riacquisti personalità, dignità, indipendenza, orgoglio, invece di continuare a fare quasi il maggiordomo delle istituzioni, quelle stesse che negli anni ’70, a sinistra si chiamavano “boiardi”.

Rimetta i cittadini italiani al centro del campo, il resto dovrebbero essere solo i servitori del popolo e non, come praticamente e notoriamente oggi, i loro padroni auto referenziati insieme alla politica.

Se il centro sinistra (sempre il tutto a mio modestissimo pensare), non effettua un’autoanalisi dei propri errori, non può combattere contro quelli degli altri.

Basterebbe solo un po’ di sana umiltà, invece che questa generale ostentata boria politico-istituzionale, che solo a starle vicino si rischia quanto meno l’influenza.

Insomma l’opposizione e soprattutto il centro sinistra, doveva e deve rivolgersi al popolo con la semplicità e chiarezza di quei genitori coscienziosi e maturi che parlano con serenità ai propri figli, senza invece, come sempre e come al solito, anteporre e sfoggiare la pomposità timorosa delle istituzioni come fossero dei totem da adorare e servire senza se e senza ma, perchè poi la gente comune e soprattutto i giovani (che non a caso poi votano pure paradossalmente altro) hanno anche e notoriamente imparato (a cominciare dagli anni di scuola) che per naturale necessità di sopravvivenza, davanti a lamafiadellostato bisogna assecondare e annuire, ma poi, ad esempio nelle urne, si può pure reagire, combinando però a mio mero avviso, dei paradossi.

Il centro sinistra, farebbe bene a considerare che la “ombra” collettiva dei despota, che al tempo del fascismo rappresentavano nella quotidianità locale le Istituzioni, si è palpabilmente rinnovata nei meandri mentali della gente, e tanto è vero questo, che nel centro destra, guarda caso, evitano visibilmente da alcuni anni (quanto meno formalmente, perché probabilmente hanno i professionisti del cervello che gli danno queste indicazioni) di materializzarla.

Il centro sinistra riacquisti personalità, dignità, indipendenza, orgoglio, invece di continuare a fare quasi il maggiordomo delle istituzioni, quelle stesse che negli anni ’70, a sinistra si chiamavano “boiardi”.

Rimetta i cittadini italiani al centro del campo, il resto dovrebbero essere solo i servitori del popolo e non, come praticamente e notoriamente oggi, i loro padroni auto referenziati insieme alla politica.

Se il centro sinistra (sempre il tutto a mio modestissimo pensare), non effettua un’autoanalisi dei propri errori, non può combattere contro quelli degli altri.

Basterebbe solo un po’ di sana umiltà, invece che questa generale ostentata boria politico-istituzionale, che solo a starle vicino si rischia quanto meno l’influenza.

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