Il bavaglio alle intercettazioni: a volte ritornano!

Il bavaglio alle intercettazioni: a volte ritornano!

A proposito delle iniziative annunciate del Governo Berlusconi in materia di intercettazioni,ritengo utile ricordare le mie dichiarazioni a margine del ddl Mastella:(Seduta n. 145 del 14 aprile 2007) Signor Presidente, intervengo, a titolo personale, per dare giustificazione del mio voto di astensione in precedenza espresso sull'articolo 1 del disegno di legge e per motivare anche il voto di astensione sull'intero provvedimento. La legge sulle intercettazioni deve rappresentare il punto di equilibrio tra diverse esigenze di natura costituzionale: l'esigenza della giustizia, quella del diritto di cronaca e la tutela della vita privata spesso compromessa dalla diffusione di intercettazioni giudizialmente irrilevanti.
Quest'ultimo valore è ben tutelato nella legge dal segreto investigativo e dal potere di stralcio affidato al giudice; di questo aspetto ha parlato molto bene il collega Gambescia, al quale pertanto rinvio. Non egualmente convincente è quella parte dell'articolo 1 che estende il divieto di pubblicazione anche per gli atti non più coperti dal segreto investigativo. Bene si è fatto a rafforzare il perimetro del segreto predetto (in questo modo si sono tutelate le esigenze della giustizia), ma l'estensione del divieto di pubblicazione è andata troppo in là, sacrificandosi con il diritto di cronaca il diritto della pubblica opinione ad essere informata. Una legge ottimale avrebbe dovuto fermarsi prima e far coincidere estensione del segreto e divieto di pubblicazione. In questo caso avrebbero avuto un senso anche le sanzioni rafforzate che si sono previste. Con la soluzione adottata invece anche l'apparato sanzionatorio appare eccessivo ed iniquo. Ecco perché si può parlare di una buona legge con un grave neo e il neo tocca purtroppo un valore fondamentale come quello della libertà di informazione.
Questo è il motivo, in conclusione, per il quale insieme ad alcuni colleghi, come l'onorevole Giulietti, con i quali conduciamo campagne su questi temi, anche nell'ambito dell'associazione Articolo 21, non possiamo esprimere un voto positivo su questo disegno di legge.

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Info sull'autore

Roberto Zaccaria administrator

Roberto Zaccaria, nato a Rimini il 22 dicembre del 1941. Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università di Firenze. E’ stato membro della Camera dei deputati nella XIV, XV e XVI legislatura. E’ stato Presidente della RAI dal 1998 al 2002, vice Presidente dell’UER (Unione delle televisioni pubbliche europee) dal 2000 al 2002. È giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei giornalisti e collabora con l’Unità.

2 Commenti finora

gloriaPubblicato il3:55 pm - Giu 12, 2008

COSI' SI FA!!!!!!!!!!!!!! NN FATE PASSARE QUESTA SKIFEZZA!!!!!!!!!

PellegrinoPubblicato il12:51 am - Giu 14, 2008

Grazie mille per la sua presenza nel nostro paese e soprattutto per le belle parole di speranza e di conforto che ha saputo darci.
Se il nostro Parlamento avesse più persone come lei, sicuramente saremmo un Paese migliore.
Per quanto riguarda il tema:
Quando le esigenze del Paese sono le morti sul lavoro, i salari, l'emergenza rifiuti e la sicurezza, cosa fa il consiglio dei Ministri?

Un disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche! Le motivazioni sono sostanzialmente due: la privacy dei cittadini violata e l'eccessivo costo delle intercettazioni. Guarda caso il presidente del Consiglio è indagato per corruzione di Agostino Saccà, grazie proprio alle intercettazioni telefoniche. Non è violata la privacy dei cittadini, ma nella maggior parte dei casi è violata la privacy dei delinquenti. Già, perchè le intercettazioni non vengono fatte per gioco, ma disposte da un giudice che, prove alla mano, cerca un tassello in più per le indagini. Per quanto riguarda invece il costo, esso si aggira intorno a 224 milioni di euro l'anno, su 7 miliardi e mezzo di bilancio della giustizia (il 3% quindi, non il 33% sciorinato dalla gran parte dei media), il quale garantisce senz'altro una maggiore sicurezza dei cittadini. Pene per i magistrati che dispongono illegalmente le intercettazioni, pene per i giornalisti e per gli editori che le pubblicano. In un sol colpo due fave: quelli che cercano giustizia per i cittadini e quelli che rendono le informazioni di dominio pubblico. Inutile dire che se questo ddl fosse stato presente già in passato, non avremmo neanche saputo di vicende come bancopoli, calciopoli e vallettopoli, e gente come Fazio, i furbetti del quartierino e Saccà sarebbero ancora lì al proprio posto a fare dell'Italia lo zimbello d'Europa, la Repubblica delle banane. Questo ddl non è per i cittadini, questo disegno di legge è per i delinquenti, per i ladri, per i bancarottieri, per i falsari, per i furbi, e per i criminali. Da privato cittadino preferisco mettere da parte un pò della mia libertà personale, pur di esser certo che i criminali vadano in galera e non fuori ad ostentare la propria smargiasseria.

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