DDL Gentiloni: si gira pagina sulla Rai

Il ddl Gentiloni sulla riforma della RAI è ispirato finalmente a nuovi principi per il governo, l'organizzazione di vertice e la disciplina dei contenuti della televisione pubblica. C'è indubbiamente un po' di sapore inglese nella nuova riforma che introduce il doppio livello del Consiglio di sorveglianza della Fondazione e quello più ristretto ed operativo della RAI. Anche la Carta del servizio pubblico da farsi ogni sei anni è una novità che ricorda la BBC.
Per certi aspetti io avrei preferito il modello francese che attribuisce al Presidente della Repubblica un ruolo significativo nella composizione del CSA (il corrispondente della nostra Fondazione) ma devo dire che il meccanismo proposto per la composizione del Consiglio della Fondazione è obiettivamente interessante ed in grado di costituire un “diaframma” reale tra la politica e l'azienda.
Desidero sottolineare in particolare la novità di estremo interesse rappresentata da un rappresentante dei dipendenti RAI. nel Consiglio della fondazione. Bene anche alla composizione plurima con la presenza dei rappresentanti di una serie di organismi (Lincei, Rettori, Consumatori e utenti e CNEL). Se si vuole realmente garantire un risultato che renda difficile prevedere a priori la composizione e l'equilibrio del futuro consiglio, bisognerà inserire il divieto di indicare per la fondazione il nome del Presidente dei rispettivi organi designanti.
Un'ultima notazione infine sulla Carta del servizio pubblico, che vale anche per il contratto di servizio. Bisognerà garantirsi che non sia solo un elenco di belle parole costantemente trascurate. Gli inglesi e i francesi su questo sono d'accordo. Gli indirizzi dei pubblici poteri sono rigorosamente vincolanti.
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