Ruby: Zaccaria (PD), stop videomessaggi intervenga Authority. Monitorare con attenzione visto il periodo preelettorale

(ANSA) – ROMA, 20 GEN – “I due recenti videomessaggi del presidente del Consiglio sulle inchieste giudiziarie che lo vedono indagato colpiscono al cuore il pluralismo televisivo: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni intervenga”. Lo chiede il deputato del Pd Roberto Zaccaria, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, con una lettera al presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò.    “Il ricorso alla tecnica del video messaggio per veicolare messaggi politici – spiega Zaccaria – ha inevitabilmente come effetto quello di imporre al circuito mass mediatico la trasmissione pressoché integrale del contenuto di messaggi nel corso dei telegiornali: oltre all’assenza del contraddittorio e alla clamorosa disparità di mezzi rispetto a tutti gli altri interlocutori, si pone poi un vistoso problema di ordine quantitativo. Quel che dice il presidente è enormemente sovraesposto. In questo modo, infatti, nasce un’inevitabile sproporzione tra gli spazi occupati nei telegiornali dal presidente del Consiglio rispetto a quelli occupati dai principali leader dell’opposizione ed anche ad altri esponenti delle istituzioni (si pensi alla Magistratura)”. Per queste ragioni l’on. Zaccaria ha chiesto che l’Autorità per le comunicazioni provveda “a monitorare con maggior frequenza e tempestività, dato il delicato periodo preelettorale, la trasmissione di questi videomessaggi da parte delle testate di informazione pubblica e privata”. ”E’ importante anticipare subito i dati delle presenze politiche ed istituzionali nella settimana 16-22 gennaio. Durante una audizione svolta nell’ambito di un’indagine conoscitiva della Camera (10 marzo 2010) sul rapporto tra Autorità indipendenti e Parlamento, il presidente Calabrò ha indicato quest’ultimo come ‘referente politico’ delle prime ed ha ammesso come molti suoi colleghi l’esercizio di una sorta di potere ispettivo. Mi pare una giusta considerazione – conclude Zaccaria – in base alla quale ho preso la decisione di chiedere un intervento conoscitivo prima che si apra una vera e propria ‘questione dei videomessaggi del presidente’ “.



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